COME SCEGLIERE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA LEGALE?

Uno dei principali problemi per l’uso degli strumenti del diritto è la scelta dell’avvocato che possa assistere l’impresa in giudizio o nelle scelte contrattuali e organizzative.
Parlando con clienti e colleghi, sono giunto alla conclusione che una buona procedura di scelta potrebbe essere articolata nelle seguenti quattro tappe:
1.     Raccolta d’informazioni preventive. Prima di avviare un contatto professionale è bene cercare di informarsi preventivamente con ogni mezzo disponibile (stampa, indicazioni di altri imprenditori, referenze di consulenti dell’impresa, internet) sulle caratteristiche dei legali disponibili in zona, con particolare riferimento a questioni come la sede dello studio, le competenze, la disponibilità di tempo e il trattamento economico della clientela. Una particolare attenzione deve essere dedicata alla questione delle competenze. Nel sistema italiano non vi sono ancora specializzazioni legali definite, ma: a) esistono, in linea di fatto, avvocati che si dedicano maggiormente all’una o all’altra materia; b) esistono settori nei quali si è formata una comunità di giuristi dedicati, cui è opportuno rivolgersi (mi riferisco, ad esempio, al diritto urbanistico o a quello societario). Sono utili, per conoscere, le specializzazioni degli avvocati, i repertori online come Avvocati24 o gli elenchi degli iscritti alle associazioni di specialisti di una materia, come la società avvocati amministrativisti o la associazione giuslavoristi .
2.     Selezione delle informazioni. Le informazioni raccolte dovrebbero essere selezionate in modo tale da creare una graduatoria di professionisti. La graduatoria dovrebbe essere stesa cercando di annullare l’influenza dei rapporti personali tra gli informatori e i professionisti indicati (le referenze potrebbero, per esempio, essere state influenzate dall’esito recente di una causa o dalla presenza d’interessi comuni tra un consulente dell’impresa e l’avvocato da costui indicato).
3.    Contatto preliminare con l’avvocato. Dopo avere formato la propria graduatoria, si può passare al contatto diretto con l’avvocato prescelto (o con più legali, ove ciò si reputi necessario) per verificare la disponibilità del professionista a seguire la questione e per un franco chiarimento sulla sua effettiva competenza nella materia oggetto dell’incarico: un professionista responsabile vi preciserà se si sente in grado o meno di affrontare il tema da Voi proposto. Nel contatto preliminare dovranno essere anche esaminati eventuali profili d’incompatibilità (è in particolare meglio verificare subito, per evitare perdite di tempo, se l’avvocato ha rapporti di qualsiasi natura con la controparte. Sempre preliminarmente è opportuno chiarire il presumibile costo dell’intervento.
4. Decisione sull’affidamento dell’incarico. Sulla base delle referenze raccolte e del colloquio preliminare dovrebbe essere possibile sciogliere la riserva sull’affidamento dell’incarico. Normalmente la decisione è compiuta tenendo presenti l’affidamento nel buon esito dell’incarico dato dall’avvocato e il possibile costo della prestazione professionale. Spesso i clienti non considerano in maniera equilibrata queste due circostanze. La tendenza è di privilegiare l’avvocato che abbia prospettato con sicurezza l’esito favorevole della lite (o della trattativa), ovvero quello che abbia promesso particolari agevolazioni economiche. È bene, invece, tenere presente che un professionista serio in molti casi non potrà dare certezze sull’esito dell’incarico e dovrà, invece, prospettare al possibile cliente i rischi e le complicazioni possibili. Allo stesso modo, è bene anche considerare che normalmente una prestazione di buon livello può essere resa solo nel rispetto delle tariffe professionali vigenti rese note dal  Consiglio Nazionale Forense.

Nota: il post è stato pubblicato prima dell’abolizione delle tariffe dei professionisti disposta dall’ articolo 9 del c.d. “decreto liberalizzazioni” n. 1/2012.

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