In Italia esistono milioni di società. Stranamente i soci di tutte queste società di solito non leggono il contratto di società e normalmente non sanno assolutamente che cosa prevede questo documento.
Nel momento in cui ci sono conflitti tra i soci questa ignoranza pesa, perché si scopre con sorpresa che nel contratto di società ci sono clausole che danneggiano i propri interessi.
La protezione del socio deve cominciare dal contratto di società.
Chi non conosce il proprio contratto di società o non si impegna per adattarlo ai propri interessi si presenta sfavorito in caso di lite e può rischiare di non riuscire mai a recuperare il proprio investimento.
Cosa è il contratto di società?
Salvo il caso limite – e marginale – della “società di fatto” tutte le società sono fondate su un contratto.
Il contratto di società contiene i dati amministrativi e finanziari della società (capitale, sede, nominativo dei soci ecc.) e contiene normalmente anche le regole sul funzionamento della società stessa.
Spesso, per prassi, queste regole sono contenute in una parte separata del contratto di società denominata “statuto”.
Il contratto di società non è mai materialmente scritto dai soci, ma da un consulente, che normalmente è il Notaio incaricato della costituzione della società.
Nello stendere il contratto di società il consulente non può ovviamente preoccuparsi della posizione dei singoli soci e quindi di solito si limita a riprendere e meglio regolare e dettagliare le norme del codice civile e delle leggi di settore sul funzionamento del particolare tipo di società.
Questo in concreto significa che normalmente qualsiasi statuto è ispirato alla regola di base del diritto societario, ossia la regola maggioritaria, per la quale, in ultima analisi, nella società comandano i soci che detengono la maggioranza del capitale sociale e non contiene particolari tutele per i singoli soci.
Cosa bisogna controllare nel contratto di società?
Nel contratto di società, con l’assistenza di un consulente esperto, occorre controllare come è tutelata la propria posizione.
Per farlo occorre avere presente quali sono i propri interessi da difendere.
Se l’interesse maggiore è quello di avere un rendimento sicuro occorre chiedere che nel contratto si preveda un dividendo garantito in tutti i casi in cui la società abbia avuto un utile.
Se l’interesse maggiore è invece avere la certezza di poter liquidare il proprio investimento occorre prestare attenzione alle clausole che, a vario titolo, ostacolano la cessione delle partecipazioni sociali (come le clausole di prelazione e quelle di gradimento).
In ogni caso è essenziale non accettare mai senza controllarlo il testo di statuto che ci viene proposto.
Di seguito qualche esempio di clausola statutaria da controllare con attenzione.
Le clausole relative alle maggioranze assembleari
La parte dello statuto che è più importante verificare è quella relativa alle determinazione delle maggioranzeL necessarie per l’approvazione delle delibere delle assemblee (o delle decisioni dei soci non assunte con le formalità dell’assemblea, previste per taluni tipi di società).
Il socio che intenda avere un peso effettivo nella vita della società deve insistere perché lo statuto preveda maggioranze tali da assicurargli un ruolo decisionale effettivo.
Le maggioranze a tutela del socio (o di gruppi di soci) si possono riferire a tutte le questioni di competenza dei soci o solo alle questioni di importanza primaria come la nomina degli amministratori o dei Sindaci.
Le clausole relative ai diritti di informazione dei soci
Gli statuti delle società sono sempre carenti sul punto dei diritti di informazione dei soci (dei quali si parla in altri post del blog).
Nelle s.p.a. e nelle s.r.l. di maggiori dimensioni esiste un sistema di controllo affidato a Collegio Sindacale e revisore contabile: questo sistema, pur utile e indispensabile, non assicura però un’informazione tempestiva e diretta ai singoli soci.
Chi fa parte di una società deve assicurarsi con le regole dello statuto il diritto a un flusso informativo costante sulle principali questioni, come i parametri finanziari e l’andamento dell’indebitamento, le liti in corso, le iniziative di marketing, ecc.
è molto importante anche prevedere (per i tipi di società per cui non è previsto) o comunque regolare con precisione un diritto di ispezione del socio tale da consentirgli di verificare effettivamente l’andamento dell’amministrazione (con la possibilità, per esempio, di consultare gli estratti conto o di chiedere direttamente informazioni agli impiegati della società).
Le clausole “gestionali”
Nella maggior parte dei casi i soci che non partecipano all’amministrazione sono completamente esclusi dalle scelte relative alla gestione della società.
Per la tutela dei soci è utile chiedere che nel contratto di società sia previsto un limite ai poteri degli amministratori, come l’esplicito divieto di determinate operazioni (come la cessione degli impianti chiave o di brevetti o know how) o come l’obbligo di chiedere un’autorizzazione ai soci prima di compiere atti di valore economico superiore a una determinata soglia.
Le clausole relative alla concorrenza
Quello della concorrenza è sempre un tema molto delicato. Il codice civile dedica al tema delle norme che si possono riassumere come segue: gli amministratori non possono mai svolgere attività in concorrenza con la società; nelle società di persone i soci non possono fare concorrenza alla società; nelle società di capitali i soci non hanno, invece, vincoli.
Si tratta di regole molto generali e facilmente aggirabili oltre che insufficienti: è quindi necessario che lo statuto intervenga sul tema.
Nelle società di capitali, per esempio, è utile prevedere, con le giuste cautele e nel modo più opportuno, il divieto totale o parziale di concorrenza dei soci. Questo perché vi sono situazioni frequenti in cui un soggetto è socio di maggioranza di tante società tra loro in concorrenza (per esempio diverse immobiliari) ed è quindi portata a influenzare l’attività delle diverse società seguendo il proprio esclusivo interesse e non anche quello dei soci delle diverse società cui partecipa.
Il divieto di concorrenza dei soci è poi fondamentale anche per evitare che l’esercizio da parte dei soci del diritto di informazione e ispezione possa risolversi in un danno per la società.
Le clausole relative alla soluzione delle liti.
I soci spesso non tutelano le proprie ragioni perché … litigare costa molto, al punto che talvolta è preferibile abbandonare il proprio investimento piuttosto che sopportare i costi di giudizio.
Purtroppo, infatti, molti statuti prevedono sistemi di risoluzione dei conflitti tra i soci che possono avere un costo o una durata eccessivi rispetto all’interesse del socio.
Purtroppo, poi, al momento in cui si entra in una società non si considera che in futuro ci potrebbe essere una lite con gli altri soci o con gli amministratori, i Sindaci, il revisore contabile …
Per la salvaguardia del socio è quindi importante che con l’aiuto di un esperto della materia si chieda l’inserimento nello statuto di regole che consentano la risoluzione del conflitto tra soci in modo snello e poco costoso (per esempio con clausole di conciliazione o di arbitraggio).