Il coronavirus e i contratti d’impresa

L’epidemia Covid 19 impedisce a molte imprese di svolgere la propria attività. Questo può giustificare, in molti casi, il ritardo nell’adempimento dei contratti o addirittura la sospensione dell’inadempimento.

Per fare chiarezza occorre distinguere, diverse situazioni

La prima situazione è quella dell’impresa che deve, entro un certo termine, effettuare una prestazione o rendere un servizio. In questo caso è evidente che il ritardo (o addirittura l’inadempimento totale) saranno sempre giustificati se il servizio o la prestazione non possono essere completati, per esempio perché riferiti ad attività delle quali è stata imposta la chiusura o perché sono indisponibili per malattia i dipendenti o perchè è impossibile lo svolgimento dell’attività lavorativa (come accade per esempio nei cantieri, in cui è veramente difficile, se non impossibile, rispettare una corretta distanza tra i lavoratori. In proposito segnalo il prezioso contributo del Collegio dei Geometri di Milano, scaricabile a questo link.)

In questa situazione è evidente che fino a che non cesserà l’attuale emergenza (e, credo, anche per un ragionevole periodo di tempo successivo): i) l’impresa che omette forzatamente di effettuare una prestazione (come consegnare un macchinario) o svolgere un servizio (come la manutenzione di una rete informatica) non può considerarsi inadempiente e non è tenuta ad alcun risarcimento; ii) il cliente dell’impresa potrà, però, in futuro rifiutare prestazioni o servizi svolti in un’epoca in cui, ragionevolmente, non ha più necessità.

 

 

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