AFFITTO DI AZIENDA. UNA STORIA ESEMPLARE.

Marco è socio e amministratore unico di una società che lavora in edilizia e in questo periodo è molto preoccupato: a casa se ne sono accorti, ma non osano chiedere perché.
È successo che due grossi clienti sono falliti e che il Comune di Nonpago ha bloccato tutti gli Stati di Avanzamento Lavori della costruzione della palestra: all’ufficio contabilità dicono che c’è il patto di stabilità, una bella scusa per non pagare.
L’avvocato, che costa anche un po’ di soldi, ha mandato delle intimazioni, ma si è capito che non può fare niente.
E poi ci sono quei signori tanto gentili di Equitalia, che aspettano il pagamento delle rate concordate l’anno scorso, quando non si è riusciti a pagare le tasse arretrate.
Il commercialista e l’avvocato cominciano a parlare di portare i libri in Tribunale, anche perché questo mese è un miracolo se si pagano gli stipendi. A Marco dispiace molto per il lavoro che si è fatto e per i dipendenti, che si troveranno senza un futuro.
Poi però arriva la telefonata di un vecchio cliente: ci sarebbe un lavoro urgente, sicuro e redditizio.
Ma come si fa? Tutto sta andando male, come si possono pagare i debiti continuando a lavorare?
Marco ci pensa un po’ su, chiama i consulenti, i soci e il cliente.
Alla fine si trova una soluzione: affittare l’azienda a una nuova società, magari coinvolgendo nuovi soci, nuove energie, nuove idee (e nuove garanzie per le banche).
La decisione sembra davvero buona perché per il codice civile chi affitta un’azienda non risponde dei debiti pregressi (salvo che si tratti di debiti verso i dipendenti) e perché è possibile il recupero della SOA.
In questo modo l’attività può continuare, si può trasferire la SOA purché la struttura tecnica resti intatta e si può evitare di rovesciare sul reddito del nuovo lavoro il peso dei vecchi debiti.
Si salva il posto di lavoro dei dipendenti e si salvano i rapporti con gli artigiani con i quali si lavora da tanti anni.
E i vecchi creditori, che non si possono certo dimenticare?
Beh, con il canone di affitto di azienda si possono intanto pagare le rate più importanti e urgenti e si può poi proporre a tutti un piano per il pagamento a stralcio in maniera paritetica grazie ai redditi della nuova attività, magari con i soldi del sospirato pagamento del Comune di Nonpago.
Del resto, senza l’affitto e vendendo subito all’asta fallimentare i beni dell’azienda non avrebbero preso pressoché nulla (anche perché il curatore fallimentare un compenso lo deve pure prendere….)!
Marco è più tranquillo e può cercare nuovi lavori, magari in campi nuovi come la bioedilizia o quella a impatto zero. Innovando e inventando qualcosa si può guadagnare di più e offrire una buona percentuale ai vecchi creditori: speriamo solo che le banche ricomincino ad avere fiducia …

Nota: il post riprende una vicenda realmente accaduta.

2 commenti su “AFFITTO DI AZIENDA. UNA STORIA ESEMPLARE.”

    • Il pagamento a stralcio è nella prassi commerciale un pagamento che avviene in misura ridotta rispetto a quella originariamente concordata a titolo transattivo o per prevenire una lite.

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